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L'autrice intende presentare un particolare punto di vista sull'opera di Giacomo Leopardi, poeta troppo spesso etichettato come "pessimista" e "nichilista", partendo, paradossalmente, proprio dal nulla, inteso come "non-essere", "non-senso". Siamo proprio sicuri che il nulla leopardiano sia solo questo e che il suo rapporto con l'infinito si riduca a una semplice identificazione con lo "sconfinato", il puro "vuoto"? Gli orizzonti dell'infinito-nulla ci svelano un legame nuovo, originario e autentico con la dimensione dell'essere, oltre il vuoto abisso nel quale il nichilismo vorrebbe gettare il pensiero leopardiano.